L’Urlo di Cristo, ovvero “I Vangeli per guarire” di A. Jodorowsky.

Foto: thanks to Crying Hand

Sebbene scoperto da poco, Jodorowsky mi è già caro. Il suo “I Vangeli per guarire. Lo straordinario potere del mito cristiano” edito da Mondadori è quello che porto nel cuore da quando l’ho letto la prima volta, un paio di mesi fa. L’ho già riletto e rimane sempre sul tavolo, pronto per essere riaperto. Perchè come in tutti i grandi è scoperta e riscoperta.
Jodorowsky, lo sappiamo, ci sconvolge prendendoci a sberle.
Psicologiche, ovviamente.
La sua rilettura dei vangeli è sconvolgente. Dolorosa. Meravigliosa. Commovente. Lirica. Carne e Sangue.
Inizia con la scusa del Mito, prendendolo per la coda, cacciandolo in fondo alle nostre tenebre più profonde, in cui sguazza rimestando quanto di più stomachevole permane nelle nostre fogne, per proiettarlo alla velocità di fuga di nuovo verso l’alto, verso il cielo.
E poi di nuovo giù, al centro del cuore, al centro della più intima essenza della quotidiana inutile angoscia.
Gira la testa, apre il cuore, ricentra l’obelico, denuda il sesso.
Ci lascia inermi menti contorte abbrancicate alle nostre miserie, riportando in alto Dio, nel luogo incomprensibile che gli compete, la scintilla della nostra anima. Così indescrivibile eppure così interiore. La sua legge scritta nella nostra carne.
Alejandro brandisce la sacra famiglia come una clava per ribaltarne l’assetto cognitivo, restituendogli l’elemento mitico, quello fiabesco, innalzando al massimo la razionalità degli eventi e generando, in tal modo, fede vera.
Qui e lì un’ingenua difesa preventiva: <<lo faccio solo per convincere il malato a guarire, la mia è una lettura del mito, della storia>> sembra dire, ma il fuoco delle parole arde troppo furiosamente per una novella disquisizione semiotica.
Ma alla fine si scopre: siamo tutti malati, anche quelli che sono sani. Parola dopo parola, senza dirlo, Alejandro lo mostra: Gesù non è Il Mito, è l’Unica Verità. Continuando a rispettare tutto e tutti, lo canta a squarciagola.
Come fa il suo Gesù nell’ultimo atto da uomo mortale, col suo urlo: “ … così forte che arriva fino ai nostri giorni. Più ancora, arriva fino alla fine dell’universo. Quel grido prosegue: non si è mai interrotto. E’ risuonato nell’universo e ancora continua a risuonare. … Tramite il suo grido Cristo ha fecondato la terra, le pietre, gli animali, la razza umana, l’aria , l’idrogeno, l’ossigeno, le stelle. … Le tombe si aprono e, come Lazzaro, i morti ne escono indossando ancora il lenzuolo funebre. Cristo non risuscita solo Lazzaro, dunque, ma centinaia, anzi migliaia di persone in stato di santità, che vivranno sulla terra e collaboreranno alla sua opera. … capite bene il potere di quel grido! …
Insomma, mistica nel mito, allo stato puro.
Mistica nel mito per la cura dell’insana cieca follia della nostra epoca.
Per decidere di leggere questo libro ci vuole una follia di medio livello. Per comprenderne un briciolo la follia dev’essere estesa, grande. Per andarvi a fondo bisogna essere, oggi, completamente pazzi.
Grazie Alejandro!